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era il 1492 e quel dodici di ottobre finì nei libri di storia.

il regalo del nonno

quando finalmente compì diciott’anni, per festeggiare degnamente cristoforo colombo e accoglierlo nell’età adulta, si organizzò in suo onore una sontuosa cena a base di aringhe e aragoste, cui vennero invitati parenti ed amici vicini e lontani, compagni di scuola e conoscenti appena, riempiendo due trattorie al porto di genova e una taverna di savona.

al taglio della torta, non all’aragosta né all’aringa, bensì alla fragola e panna, con un trio d’archi a far da colonna sonora e ritmare i brindisi e gli olé, fu il nonno a chiedere un istante di silenzio.

di-scor-so, di-scor-so!

non ti dico l’emozione.

il nonno si alzò barcollando anche un po’, guardò il nipote dritto negli occhi: quello destro col suo sinistro e quello sinistro col suo destro, poi gli porse una busta chiusa con tanto di sigillo in ceralacca e pronunciò appena un paio di parole.

«tu sì – disse con voce tremula e alito all’aragosta – che farai strada!»

applausi scroscianti, è ovvio, anche se ho come l’impressione che, più di esaltare l’auspicio, si aveva una gran fretta di mangiare la torta.

attento com’era alla linea, cristoforo assaggiò appena il dolce e ringraziò il nonno con un abbraccio, poi si appartò in un cantuccio, con la busta tra i polpastrelli.

fu tremando che ruppe il sigillo, per estrarre un foglietto in carta pergamena, scritto da qualche monaco amanuense, tant’era bello. grazie nonno, grazie davvero!

«ma di che...!» bofonchiò il vecchio.

già, di che?!

interpretando la calligrafia arzigogolata fu presto chiaro a tutti, da genova a savona, che si trattava di un buono per un viaggio in india, mica a sestri levante... per quanto a sestri levante cristoforo colombo ci andasse sempre molto volentieri, come pure a bargeggi e a vernazza.

in india, perbacco! in india. ma ci pensi?!

di nuovo cristoforino ringraziò, ma chi lo conosceva bene aveva intuito nel suo sguardo un velo di delusione. e chi lo conosceva meglio sapeva che avrebbe preferito tre belle caravelle con tanto di albero e vele, incartate nel porto tra una trattoria e l’altra. e poi l’india... era così lontana! chi lo conosceva del tutto era certo che un week-end a vernazza, a bargeggi o a sestri levante sarebbe stato il regalo più gradito.

cristoforo, ormai adulto e maggiorenne, non volle però deludere il suo amato nonnino e un tal giorno salutò tutti, nonno compreso, e andò in india.

o almeno questo era ciò che aveva fatto dire in giro.

già il fatto di dirigersi verso ovest per andare verso est avrebbe dovuto lasciar sorgere qualche sospetto, ma il nonno stravedeva per il nipote e certe piccolezze non le notava nemmeno. se ne stava fermo sulla riva a guardare il mare finché le navi non divennero tanto piccole da non vedersi più.

ora tutti sanno che dopo un paio di mesi di navigazione colombo arrivò in america, scambiandola per l’india e tutto il resto, ma non è detto che sia andata davvero così.

in america ci arrivò davvero e pare che sulla spiaggia, appena messo piede sulla terraferma, abbia perso una partita a baseball per diciotto a zero. non ci giunse, però, per caso. calcolando la circonferenza terrestre, la velocità del vento, il tempo di cottura della pasta e l’area del triangolo sapeva benissimo di essere dov’era. tanto più che lui in india non ci voleva andare per nulla.

e infatti non c’era.

non voleva però nemmeno dare un dispiacere al nonno, ormai più vecchio e fragile che mai, e per questo chiese e ottenne la complicità della ciurma, per fingere un viaggio in india e godersi nel frattempo una vacanzina ai caraibi, regalo meritatissimo e decisamente adatto a chi compia diciott’anni. ma anche trentasei o cinquantaquattro o quanti se ne ha!

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